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Vai allo shop4 Aprile 2024
Con la nuova collezione Apper per laCividina il designer, partner dello studio Matteo Thun & Partners, trova l’equilibrio tra tendenza e identità
“Less is more”: Antonio Rodriguez non ha dubbi nel confermare che è questo il concetto di riferimento del suo approccio al progetto che si esprime appieno anche nella nuova collezione Apper appena presentata per laCividina, azienda con cui collabora da tempo. Nato in Spagna nel 1963 Rodriguez studia a Valencia e qui fonda il suo studio nel 1989. Nel 1993 si trasferisce a Milano e questa scelta cambierà radicalmente il corso della sua vita professionale, insieme all’incontro con Matteo Thun di cui diventerà partner nello studio Matteo Thun & Partner in cui è anche responsabile del design di prodotto.
Concreto e con i piedi per terra crede nel dialogo con le aziende e nell’importanza di fondere idee e competenze per creare un progetto unico e sensato. Come è accaduto anche per Apper, di cui racconta la genesi.
Quali sono le caratteristiche e l’idea alla base della nuova collezione per laCividina?
Con la Collezione Apper ho scritto il sesto capitolo del mio cammino insieme a laCividina. Conosco bene l’azienda, ne riconosco appieno la dedizione, la serietà e l’eccellenza qualitativa della loro manifattura. Questa abilità si manifesta soprattutto nella loro capacità di interpretare con maestria i nostri render e disegni tecnici. Un conto è l’idea ma un altro è la realizzazione. Anche in presenza di eventuali lacune o omissioni nei dettagli tecnici, la loro competenza si rivela nella capacità di arricchire costantemente il processo di sviluppo del prodotto.
Grazie al mio concept e al fortissimo know-how nel mondo degli imbottiti de laCividina è nata la collezione Apper.
Il nostro obiettivo era quello di creare un oggetto con una forte personalità, senza sacrificare la semplicità estetica e l’essenzialità che contraddistinguono il nostro lavoro. La difficoltà risiedeva proprio nel trovare il giusto equilibrio tra innovazione e familiarità… Abbiamo voluto creare qualcosa di unico, diverso, che avesse una grande personalità, ma allo stesso tempo che incontrasse le tendenze contemporanee, che potesse adattarsi a diverse situazioni – nel settore residenziale come in quello contract – senza perdere la propria identità!
In generale di cosa abbiamo bisogno, in questo momento, all’interno delle nostre case, in tema di consistenze, colori e funzioni?
Viviamo in un’epoca in cui le nostre case sono sempre più piene e ricche. Forse anche troppo. In Apper abbiamo lavorato per sottrazione, togliere dettagli senza però privare l’oggetto dell’anima. Volevamo trovare la personalità pur lavorando con elementi super puliti. Nasce così un’interpretazione unica di estetica soft e organica, attraverso una collezione dallo spirito borghese, un gusto che rimanda alle atmosfere della Ville Lumiere, semplice e lineare.
L’obiettivo è quello di ritornare a ciò che è davvero importante nella vita così come anche nel design: l’essenziale. La nostra filosofia ruota incontro al concetto “less is more”, una vera e propria sfida per dar vita a un prodotto distintivo, in grado di distinguersi in un panorama ricco di complementi dalle forme arrotondate.
Nel suo percorso professionale, quali sono stati i momenti e gli incontri più significativi?
Durante il mio percorso professionale – che ha ormai superato i trent’anni – sono stati tanti i momenti e gli incontri significativi che ho vissuto. Sicuramente uno di quelli che mi ha segnato di più è stato quando mi sono trasferito in Italia, a Milano e poi, ovviamente, non meno importante, il momento in cui ho conosciuto Matteo (NDR: Thun) e abbiamo iniziato a collaborare insieme.
Tra le maglie del suo lavoro, ci sono dei momenti in cui si sente libero di sperimentare nuove idee?
In realtà fortunatamente mi sento sempre libero di sperimentare nuove idee, ovviamente senza trascurare mai l’identità dell’azienda, il brief che mi viene dato e la tecnologia che questa può mettere a disposizione del progetto finale.