Catifa Carta di Arper è l’ultima interpretazione sostenibile di un’icona contemporanea

25 Giugno 2024

Arper Catifa Carta

La nuova Catifa Carta è realizzata in PaperShell un materiale rivoluzionario ottenuto dalla trasformazione degli scarti della produzione del legno.

Nel 2001 lo studio Lievore Altherr Molina disegna per Arper Catifa 53 una seduta impilabile dal design lineare, essenziale e schietto: la scocca in un unico pezzo in polipropilene, eventualmente rivestito e imbottito, poggia su quattro gambe in acciaio cromato, verniciato o satinato. Molto più che una sedia, Catifa 53 si configurava come un concept, un manifesto dell’identità di Arper e della sua concretezza progettuale.

Un modello che si ottiene per sottrazione e negli anni impara ad assumere vesti nuove attraverso espansioni cromatiche e formali. Oggi Catifa si appresta a diventare rivoluzionaria grazie a una strada intrapresa da Arper nella direzione di una produzione davvero circolare che si esprime in Catifa Carta il cui nome, come vedremo, è già un’anticipazione dell’innovazione tecnologica di cui è portatrice.

Photo credits: Salva Lopez

Cuore della collezione Catifa Carta è il PaperShell un materiale rivoluzionario usato per produrre arredo per la prima volta da Arper. Se nell’industria siamo soliti pensare alla carta come prodotto derivato del legno, PaperShell, in un’ottica perfettamente circolare, compie il percorso all’inverso trasformando la carta in un legno artificiale e ad alte prestazioni: “Supera la resistenza della plastica, corrisponde alla versatilità della fibra di vetro, supera la leggerezza dell’alluminio, e supera il legno tradizionale in termini di durata” come spiega l’azienda che ha brevettato questo materiale e collaborato con Arper per la conversione di Catifa.

Photo credits: Alberto Sinigaglia

Non a caso si tratta di una start-up svedese radicata in un territorio ricco di foreste che tuttavia, nel tempo, stanno subendo uno sfruttamento intensivo che potrebbe modificare in modo irreversibile lo scenario naturale. 

In particolare, il procedimento che porta alla produzione della scocca di Catifa Carta prevede la creazione di una sorta di origami composto da 29 fogli di carta tenuti insieme da una resina, anch’essa naturale. La carta usata proviene da fonti responsabili e dall’uso di scarti di produzione del legno quali la segatura, i trucioli e i rami.

Photo credits: Alberto Sinigaglia

Arper Catifa Carta

In Svezia questi scarti abbondano, proprio perché è molto sviluppata l’industria del legno. La produzione di Catifa Carta è quindi circolare e virtuosa e le stesse caratteristiche si applicano alla fine del suo ciclo di vita dal momento che la sedia può essere smaltita attraverso la pirolisi, una combustione a bassa temperatura in cui l’anidride carbonica viene trattenuta e non rilasciata nell’ambiente.

La pirolisi, inoltre, converte il PaperShell in biochar, un carbone vegetale utilizzabile come ammendante del suolo, una sorta di fertilizzante naturale che rende il terreno più ricco favorendone la biodiversità. “Per noi, collaborare con partner – come Papershell – per coltivare sviluppi innovativi, è cruciale per offrire soluzioni rilevanti nel paesaggio sempre in evoluzione di oggi. Introducendo materiali pionieristici e pratiche consapevoli aspiriamo a ispirare il cambiamento e diventare un esempio di business responsabile” ha commentato Roberto Monti, CEO di Arper. 

Photo credits: Alberto Sinigaglia

Oltre a compiere un lungo passo in avanti nella direzione della produzione circolare e quindi di una reale e duratura sostenibilità, Catifa Carta conserva la sua vocazione formale ed è disponibile in due colori e tre opzioni per la base: la scocca è disponibile nei colori caffè e grafite mentre la struttura può essere composta da: 4 gambe acciaio in nero, slitta di acciaio in nero e ruggine, trespolo in alluminio nero con e senza ruote. Sono inoltre disponibili cuscini e rivestimenti sfoderabili.

Nel panorama delle tante produzioni etichettate come sostenibili Catifa Carta è senza dubbio uno dei progetti più rivoluzionari e completi e si appresta a diventare ancora più iconica dell’originaria Catifa 53 nonché modello virtuoso di collaborazione tra un’azienda storica del design italiano e una giovane start-up scandinava.

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