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Vai allo shop16 Agosto 2022
La designer ha appena presentato per Ethimo una collezione outdoor di nuova concezione
Ibrido, fluido, trasformista, in una parola: attuale. È il design di Ilaria Marelli che ha saputo centrare il punto del dibattito sulla progettazione contemporanea, dibattito che ruota intorno al tema di una casa che possa adattarsi a mutevoli esigenze e di uno spazio outdoor da vivere in modi diversi. Marelli già da tempo ha fatto suo questo approccio e lo ha applicato, negli anni, ai suoi progetti per alcuni dei marchi più prestigiosi: Nemo, Foscarini, Fiam e adesso Ethimo. La nuova collezione presentata per questo brand all’ultima edizione del Salone del mobile si compone di elementi modulari di nuova concezione: non il classico divano o la classica poltrona ma una piattaforma, tanto semplice quanto innovativa, che si presta a interpretare momenti diversi di vita all’aria aperta.
Come è nata la collezione Calipso per Ethimo appena presentata?
L’idea è nata dal fatto che all’esterno troviamo di solito i divanetti “recintati” proprio come se fossimo all’interno. Ma in realtà l’outdoor è uno spazio molto più libero nel modo di relazionarsi e sedersi e da questo è nata l’idea di creare una piattaforma da usare liberamente. Calipso è infatti, un sistema flessibile composto da un modulo base in metallo con doghe in teak e un materasso, integrato da un cuscino che può funzionare sia come schienale che come bracciolo. In più ci sono un tavolino tondo e uno rettangolare. Nel complesso un numero limitato di pezzi che però consente combinazioni quasi illimitate. E l’idea è proprio di poterlo usare liberamente: ci si può sdraiare, ci si può sedere, si può usare in modo più “istituzionale” oppure più rilassato. È adatto sia a un giardino privato che a un contesto contract anche perché è tutto facilmente disassemblabile e può essere riposto senza problemi durante la stagione invernale.
In generale come è cambiata la concezione dell’arredo degli spazi esterni?
C’è una sorta di ibridazione, ormai, tra spazio interno e spazio esterno: ci sono molti arredi progettati per l’outdoor che funzionano alla perfezione anche dentro casa. E in più, questi arredi sono sempre più facilmente disassemblabili e quindi nascono più sostenibili.
Uno dei progetti più significativi nella sua storia progettuale è la lampada Ara per Nemo, com’è nata l’idea?
Anche in questo progetto torna l’idea di flessibilità: Ara è stata pensata come un elemento scultoreo che grazie alle funzioni di dimmerabilità e orientabilità diventa estremamente versatile. È una luce minimale e quindi può essere inserita facilmente in ambienti diversi e può essere usata sia come luce funzionale che come luce di atmosfera.
Andando più nello specifico della progettazione luminosa di un ambiente, quali sono le caratteristiche che deve avere per funzionare bene?
C’è bisogno sia di luce funzionale che di luce emozionale. Spesso l’inserimento della luce viene fatto a progetto concluso e questo è un errore perché dovrebbe essere tra i primissimi aspetti da valutare in fase di progettazione. Soprattutto oggi che il LED da incasso consente soluzioni davvero interessanti.
In che modo è cambiata la progettazione di un interno domestico?
Il tema centrale è che la nostra vita si è “fluidificata”. Prima lavoro e vita privata erano due scatole separate e ora invece i due ambiti si mescolano e questo si riflette sulla progettazione degli spazi. Si può lavorare da casa ma anche da un luogo di vacanza e questo vuol dire, ad esempio, che le sedie devono essere ergonomiche ma non troppo tecniche, perché ci devono pur sempre far sentire a casa.
Questa trasformazione si riflette anche sulla progettazione degli spazi contract: gli hotel, ad esempio, si sono organizzati con spazi di coworking per poi osservare che le persone preferiscono magari lavorare in spazi ibridi. E sicuramente non alla classica scrivania nella camera: quindi anche nei progetti destinati all’ospitalità stiamo osservando molti cambiamenti legati al tema del lavoro da remoto.
In copertina foto di Andrea Butti.
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