La scintilla creativa di George Yabu e Glenn Pushelberg

3 Febbraio 2022

Forme eleganti e accoglienti, ridotte all’essenza eppure in grado di stupire. I progetti di George Yabu e Glenn Pushelberg rappresentano l’equilibrio tra una creatività dirompente e la capacità di dosarla, conquistata negli oltre quarant’anni di carriera dello studio che hanno fondato insieme. Coppia sul lavoro e nella vita, Yabu e Pushelberg collaborano con aziende di prestigio sempre lasciando il segno, inserendosi in modo fluido all’interno della storia aziendale ma allo stesso tempo facendo emergere la propria personalità, portando avanti il lavoro a due come in una danza. Dal minimalismo materico del tavolo da pranzo YAB per Collection Particuliere, alle forme organiche e generose degli imbottiti Pukka per Ligne Roset e Surf per Molteni&C, dai raffinati intrecci della collezione Nodi per Tribù all’inedita struttura della poltrona e del divano Heath per Linteloo. Un susseguirsi di arredi sofisticati e familiari al tempo stesso che rispecchiano l’eleganza naturale dei progettisti e la loro capacità di fondersi in un’anima creativa unica.

Perché avete scelto di lavorare insieme e cosa implica questa scelta?

Lavoriamo insieme da 42 anni. Ci siamo conosciuti durante l’università, eravamo entrambi in cerca di uno studio e abbiamo deciso di condividere uno spazio. Ci aiutavamo l’un con l’altro con i nostri disegni e alla fine scoprivamo di aver disegnato nello stesso modo ed ecco che abbiamo deciso di fondare una piccola società. Lavorare insieme può somigliare a una danza ma anche a un incidente d’auto! La maggior parte dei giorni conosci il tuo partner talmente bene che è facile come danzare, e in effetti danziamo insieme da 42 anni. Altre volte si cambia e ti sembra di non conoscere affatto il tuo partner, ma va bene così.

Quali sono i valori che portate avanti attraverso il vostro lavoro?

Abbiamo dei valori nella nostra vita personale, innanzitutto l’integrità e l’inclusività, la ricerca di un certo livello di perfezione, che forse non esiste ma ti porta a dare il meglio di te in un progetto e la curiosità verso cose nuove. Questi sono i nostri valori e cerchiamo di tradurli anche nel nostro lavoro, di trasmetterli ai nostri collaboratori e nell’approccio al progetto.

L’arte è una delle vostre passioni, vi sentite liberi di usarla nei vostri progetti?

L’arte è come “la crema nel cannolo”, come la “glassa sulla torta”. Ultimamente ci siamo innamorati del lavoro di Yayoi Kusama abbiamo acquistato un dipinto e chiesto a lei di fare una zucca scultura per il nostro ufficio di Toronto. Che siano grandi artisti come lei, oppure fotografie coinvolgenti, se scegli con cura puoi rendere un progetto davvero speciale.

Il design per il contract sta cambiando molto, secondo voi in che direzione sta andando?

Credo che l’idea secondo cui sia importante sentirsi a casa in un hotel non si sia mai davvero realizzata e che piuttosto l’obiettivo di un brand di questo settore sia realizzare una sorta di familiarità aspirazionale. Nel The Londoners (uno degli ultimi progetti di hotel di YabuPushelberg ndr) le camere mostrano una certa onestà progettuale. Ci sono hotel in cui le camere sembrano tutte scatole da scarpe uguali e altri che hanno un design convenzionale ma sono comunque confortevoli. Del resto ci sono giorni in cui desideriamo alloggiare in un hotel essenziale e chic e altri in cui ci vogliamo divertire e sentire un po’ di joie de vivre. Scegliamo l’hotel in base al nostro mood del momento. E l’hotel deve in qualche modo scegliere che personalità adottare.

Tra le vostre collaborazioni c’è anche quella con Tribù, azienda specializzata nell’arredo da esterni, è giusto dire che questo settore sta diventando sempre più importante?

Credo che il Covid abbia davvero fatto emergere il desiderio di trascorrere più tempo all’aperto. Spesso ci è stato chiesto di arredare spazi all’aperto, ad esempio dei ristoranti, ma in passato non c’era molta attenzione alla pianificazione di questi spazi. Adesso abbiamo realizzato l’importanza della vicinanza alla natura e capito che possiamo migliorare questa esperienza. Rispetto alla prima collezione che abbiamo disegnato per Tribù il settore è davvero cresciuto. Noi progettiamo l’ambiente esterno nel suo complesso, non ci limitiamo a inserire degli arredi e in questo senso anche la luce ha un ruolo molto importante per creare il giusto mood.

Parlando di architettura, c’è un luogo nel mondo che amate particolarmente in cui vorreste progettare e costruire qualcosa?

È difficile trovare una risposta perché il mondo è così pieno di posti incredibili! Il primo posto che ci viene in mente è Tokyo in Giappone ma abbiamo già tre progetti lì! Il Giappone mi viene in mente parlando di perfezione e della possibilità di disegnare qualcosa di bello: ha una lunga tradizione di design, ed è un design consapevole che ha una bellezza e una perfezione intrinseca. E la vera sfida per un designer è lavorare in un posto del genere.

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