Il design senza tempo di Vincent Van Duysen

19 Aprile 2022

Purezza e coerenza visiva sono i motivi ricorrenti nei progetti, di interni e di arredi, di Vincent Van Duysen. Nato a Lokeren in Belgio, nel 1962, ha stabilito ad Antwerp il suo studio da cui, con il suo staff lavora a progetti che prendono vita in ogni parte del mondo. Dal 2016 è direttore creativo di Molteni & C e Dada, di cui ha approfondito le radici e le produzioni storiche per guardare con coerenza al futuro. La coerenza, del resto, è il valore che lega la sua poetica a quella dell’azienda a cui si sente affine per la ricerca di soluzioni funzionali, caratterizzate da un’estetica senza tempo e dal comfort visivo e d’utilizzo. Valori come atemporalità, organicità e sostenibilità si leggono in tutte le sue collezioni per i più prestigiosi brand di settore tra cui anche Serax, Paola Lenti, B&B Italia, Flos e Kettal.

Che tipo di estetica infonde nei suoi progetti?

La mia estetica fa perno su materiali puri e tattili che si traducono in un design chiaro e senza tempo. Il mio approccio copre tutti gli aspetti del design – nel rispetto del contesto e della tradizione – all’interno dei quali i sensi e l’esperienza fisica dello spazio, dei materiali e della luce pongono l’utente al centro. Funzionalità, durata e comfort sono le componenti principali del mio lavoro. Il mio linguaggio architettonico non teme l’estetica ma resiste alla moda e alle tendenze.

Qual è il filo conduttore dei suoi progetti di architettura e design?

Per me l’architettura non è distaccata dall’interior design o dall’arredamento. Il fil rouge comune è uno sforzo concentrato che racchiude passione, ricerca e comprensione dei bisogni umani insieme a canalizzare tattilità, atemporalità, organicità, coerenza, serenità, comfort, materiali naturali, luce e squisita fattura.

Più in generale, percepisco l’architettura e il design in modo più ampio: non è solo la costruzione fisica di uno spazio o di un prodotto, ma la creazione di spazi o oggetti in cui le persone possono vivere circondate da arte, mobili e accessori. Tutti questi elementi appartengono a un’arte di vivere che fa parte del mio percorso, una sorta di gesamtkunstwerk (opera d’arte totale). Sono consapevole delle diverse scale di un progetto.

Quali caratteristiche non possono mancare in un interno di casa?

Poiché lavoro prima di tutto per le persone, i miei interni dovrebbero migliorare le loro vite in modo organico e senza tempo. Voglio continuare a progettare e creare per l’umanità in modo organico, dando spazi senza tempo caratterizzati dalle mie trame calde e accoglienti, pezzi eterni, giochi di luci e ombre. Provo ad offrire un santuario all’interno del quale l’abitante si senta a proprio agio, protetto e possa rigenerarsi dopo una lunga giornata di lavoro.

Qual è la cosa più bella dell’essere direttore creativo Molteni&C?

Mi piace il fatto che siamo una buona coppia perché il mondo Molteni&C è unico: è intriso di eccellenza, patrimonio architettonico (Gio Ponti) e eccezionale artigianato. Il suo stile non è un design urlante, è una raffinatezza ed eleganza discreta, proprio come le mie creazioni. La nostra è una simbiosi di mondi con un’attitudine all’architettura e all’interior design che cerca di ripensare sia il mondo che l’arte di vivere.

Secondo lei, quale direzione sta prendendo il contract design in questo momento?

I prossimi progetti in questo settore si evolveranno a causa dei tempi che cambiano: pensiamo al Covid-19, terremo conto del distanziamento sociale e dello smart working che, sempre di più, sfuma i confini tra gli spazi abitativi e quelli lavorativi. Il contract dovrà pensare a situazioni di lavoro ibride e da lì presentare soluzioni ottimali. Un altro argomento da considerare è la sostenibilità. I materiali dovrebbero essere acquistati localmente mentre ogni pezzo dovrebbe essere senza tempo e durare per sempre, invece di essere buttato via e sostituito da nuovi arredi ad ogni ristrutturazione o restyling di uno spazio contract.

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