La Bardi’s Bowl Chair di Lina Bo Bardi

26 Luglio 2021

Unica nel suo genere la seduta Bowl, progettata da Lina Bo Bardi e prodotta oggi da Arper va oltre il concetto classico di poltrona. Si tratta, infatti, di un progetto eclettico e mutevole, nutrito dalle tante sollecitazioni che la vita professionale della designer ha accolto, nel suo percorso internazionale e multidisciplinare. Nata a Roma nel 1914 in una famiglia di origine genovese, si laurea in architettura nella sua città per poi spostarsi a Milano. Qui lavora come progettista nello studio di Carlo Pagani ma contemporaneamente collabora con Gio Ponti alla rivista Stile e ad altre pubblicazioni, come redattrice e illustratrice, per poi diventare vicedirettore di Domus fino al 1945, quando la rivista viene sospesa per volere della Repubblica di Salò. Nel 1946 sposa il gallerista e critico d’arte Pietro Maria Bardi con cui si trasferisce in Brasile. Qui si occupa della progettazione degli interni del Museo d’Arte Moderna di San Paolo, di cui il marito è direttore. Nel 1951 progetta anche la Casa de Vidro, oggi sede dell’Instituto Lina Bo e P.M. Bardi, che custodisce l’archivio dei suoi lavori. Nello stesso anno, immersa nelle suggestioni di un ambiente internazionale, della vivacità del Brasile e dell’arte moderna, progetta la Bardi’s Bowl Chair.

La seduta è caratterizzata da due elementi principali. Il primo è la struttura essenziale e funzionale in metallo costituita da un anello sorretto da quattro gambe. Il secondo è l’elemento imbottito che si presenta, appunto, come una “bowl”, una scodella semisferica imbottita e resa ancora più confortevole dalla presenza di due cuscinetti circolari. Il risultato ha un’estetica unica nel suo genere ma anche la funzione è totalmente inaspettata: la semisfera poggia sull’anello metallico e la sua posizione può essere cambiata in ogni momento assumendo sia l’assetto di una classica poltrona, sia quello più giocoso di nido in cui rilassarsi o magari leggere.

Proprio questo connubio di flessibilità ed essenzialità rende la Bardi’s Bowl Chair una seduta estremamente versatile, caratteristica assecondata anche dalla forma sferica, senza spigoli, e dunque accogliente e neutra. Un approccio estremamente innovativo, se pensiamo che la poltrona è stata progettata all’inizio negli anni ’50 agli albori di un modernismo caratterizzato da forme squadrate, funzionali e austere. E se del progetto originale esistono solo due esemplari, in pelle nera, conservati nella Casa de Vidro, i bozzetti ritrovati suggeriscono la volontà della designer di accenderlo con il colore e con abbinamenti vivaci e decisi. E proprio da questo aspetto è partita la ricerca di Arper che ha deciso di rieditare l’iconica seduta, in un percorso filologico il cui frutto è una serie limitata a 500 pezzi ideata con la collaborazione dell’istituto Lina Bo e P.M. Bardi.

La Bardi’s Bowl Chair di Arper è dunque frutto di una approfondita attività di ricerca e sperimentazione, portata avanti con l’Istituto e finalizzata a riformulare il progetto di cui sono stati ritrovati i disegni ma con pochi dettagli tecnici. Un approccio congiunto di progettazione e artigianato ha portato al risultato finale che incarna perfettamente lo spirito colto e creativo della designer e consegna al futuro una seduta preziosa e iconica, perfetta in ogni contesto e forte di una bellezza e di un valore che nel tempo possono solo accrescere. L’edizione di Arper è disponibile sia nella classica finitura in pelle nera, evocativa dell’esemplare originale da cui tutto è cominciato, sia in una serie di colori e tonalità di seduta e cuscini, da abbinare e combinare.

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