La sedia Mariolina di Enzo Mari per Magis

24 Gennaio 2023

Mariolina è una sedia senza tempo. A prima vista il riferimento alle sedie da cucina degli anni ’50 è immediato e ha il merito di renderla familiare e rassicurante, ma ad uno sguardo più attento all’ingegneria dei dettagli si rivela innovativa e geniale nella sua semplicità. Per capirla è utile fare un passo indietro e ampliare la prospettiva includendo l’approccio progettuale di chi l’ha disegnata nel 2002, 21 anni fa. Enzo Mari nasceva a Novara nel 1932, si forma in arte e letteratura all’Accademia di Brera per poi appassionarsi al design industriale e presentare nel 1957 il suo primo progetto di arredo all’azienda Danese.

Per la sua formazione si può definire un’anomalia nel panorama del design: non è un architetto, non è un ingegnere, non è cresciuto in un’azienda di famiglia come molti della sua generazione. È, piuttosto, un pensatore che trasforma le sue riflessioni in progetto, rivendicando la sua visione del design e dei designer secondo cui l’obiettivo della progettazione è assolvere una funzione in modo efficiente e non inseguire le tendenze o piegarsi ai diktat del marketing.

Non è quindi lo stile la priorità di Enzo Mari, tuttavia, gli accessori e gli arredi che firma hanno una forte identità visiva, aspetto che invece il designer aveva in grande considerazione. Era un teorico del design a tutto tondo, non si fermava alle ricerche ma si spingeva nel cuore della sperimentazione, chiudendo il cerchio di ogni sua riflessione portandole fino alla fase finale della realizzazione dell’oggetto e della sua consegna al fruitore. Che per Mari non era passivo ma attore della relazione con il progetto, parte attiva di esso. Un esempio è il vaso Pago-Pago con cui Mari partecipa nel 1972 alla mostra Italy: The New Domestic Landscape, al MOMA di New York. La mostra sancisce il ruolo da protagonista del design italiano nel mondo e il suo vaso è significativo della relazione tra funzione e fruitore: può essere usato dritto oppure capovolto per consentire a chi lo possiede di usarlo in contesti e modi diversi in base alla sua decisione. Anche qui la funzione, la ricerca dell’efficienza, conduce a scelte formali che pur essendo essenziali determinano l’estetica dell’oggetto e la risonanza della sua presenza nell’ambiente.

La bellezza della funzione è un tema che ritorna naturalmente nel progetto della seduta Mariolina per Magis. È una sedia impilabile, che presenta una struttura in acciaio cromato mentre seduta e schienale sono in polipropilene. Come si diceva, in apparenza questa sedia sembra il classico modello da cucina di una volta ma soffermandosi sui dettagli tecnici si scopre lo studio e la ricerca di Mari: le gambe in acciaio con piedini antigraffio sono sottili e precise e le componenti in polipropilene non sono avvitate ma fissate a incastro attraverso una serie di nervature che agganciano struttura, seduta e schienale. Questi ultimi sono essenziali ma studiati nell’inclinazione e nelle proporzioni, la seduta è rotonda e lo schienale è un ovale ampio, per dare comfort e stabilità alla seduta. La sedia è alta 85cm, la seduta è a 48cm e la larghezza massima è di 46cm.

Mentre altri designer di spessore si incamminano lunga la strada dell’innovazione formale, dando alle sedie forme e proporzioni sperimentali, Enzo Mari traccia il suo percorso controcorrente. Torna alle forme archetipiche di questo elemento d’arredo, ne individua le proporzioni e l’assetto tecnico ottimale e stabilisce quasi un canone. Dando vita a Mariolina, una sedia semplice ma importante, che nel suo aspetto retrò diventa subito familiare per poi svelare il suo lato più tecnico e innovativo volto all’efficienza d’uso e alla durata: una sedia senza tempo, in equilibrio tra passato e futuro.

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