Origami: 8 lampade che traggono ispirazione dall’antica arte giapponese

17 Gennaio 2023

Mendori by Artemide

L’arte orientale della piegatura della carta come elegante espressione del design per l’illuminazione

Origami è la tecnica orientale, antichissima, che consiste nel dare alla carta una serie di piegature per ottenere forme astratte o di ispirazione naturale. È come una scultura delicata che non richiede scalpello ma affida alla manualità la creazione di oggetti d’arte incantevoli e dall’eleganza semplice. La carta è il materiale d’elezione ed è proprio con la sua diffusione nel mondo orientale che nasce questa forma d’arte. Da qui deriva la delicatezza visiva e concreta di questi manufatti, punto di partenza per una serie di lampade che aggiungono un elemento in più: l’interazione tra la carta – o altri materiali che ne riproducono l’aspetto – e la fonte di luce che rende quest’ultima diffusa e delicata. Evocando proprio la luce delle lanterne orientali: morbida, sussurrata e diffusa. Sono lampade che creano atmosfera e anche da spente contribuiscono a dettare lo stile dell’ambiente grazie al loro aspetto scultoreo ma sempre discreto.

Mendori di Issey Miyake per Artemide

La lampada Mendori (in copertina) è forse quella che più di tutte evoca l’arte dell’Origami: non solo nell’aspetto che riprende quello della carta piegata, ma anche nella funzione, dal momento che la lampada può essere conservata piegata senza subire danni. Dal punto di vista formale si presenta con disarmante semplicità; eppure, dal punto di vista tecnico è frutto di un elaborato percorso di ricerca che ha condotto il fashion designer e l’azienda a individuare un materiale riciclato che ha una trasparenza maggiore della carta, pur riprendendone le fattezze.

Perch di Umut Yamac per Moooi

Umut Yamac è un designer inglese che spesso trae ispirazione dalla natura: in questa lampada ha giocato con le forme tipiche dell’origami per creare la figura di un uccello di luce a cui ha dato anche la possibilità di muoversi, dondolando sul suo “ramo”. La composizione ha una delicatezza solo apparente: la struttura è infatti in acciaio e policarbonato.  “La gioia è nei dettagli” afferma il designer e questo suo approccio si legge anche in Perch: nelle linee definite ed eleganti e nell’abbinamento di materiali che esprime forza e leggerezza.

Bubble di George Nelson per Hay

Nel 1952 George Nelson immagina questa lampada ispirandosi alla impalpabile consistenza della seta che rivestiva le lampade svedesi. L’obiettivo di Nelson era riprodurre quell’elegante bellezza con materiali e processi meno costosi, andando incontro a quella borghesia che nella metà del ‘900 stava diventando più consapevole e più interessata all’interior design. Ed è così che Nelson giunge alla soluzione tecnica di rivestire il telaio non con una preziosa seta ma con un materiale sintetico a spruzzo: una resina autoreticolante in origine utilizzata dall’esercito americano. Il risultato è funzionale ed elegante e il materiale ottenuto evoca nell’aspetto la trasparenza della seta e la delicatezza dell’origami.

Gatto di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos

Nel 1960 anche Achille e Pier Giacomo Castiglioni sperimentano le performance del polimero a spruzzo con la lampada Gatto. Il materiale che viene utilizzato in questo progetto prende il nome di cocoon e proprio come nella lampada Bubble di Nelson viene spruzzato su un telaio assumendo le fattezze della carta. Una presenza semplice e rassicurante che riscalda in modo discreto l’interno domestico.

Matin di Inga Sempé per Hay

Il paralume della lampada Matin richiama alla memoria un origami che tutti abbiamo provato a fare almeno una volta nella vita: pieghettando un foglio di carta a formare una sorta di ventaglio. In realtà, nel caso di questa lampada, non si tratta di carta ma di cotone, impiegato per il paralume proposto in una serie di colori in tonalità tenui oppure più decise. Abbinato alla struttura portante in acciaio è una lampada da tavolo, scrivania e comodino.

Model 172 di Poul Christiansen e The Bouquet di Sinja Svarrer Damkjær per Le Klint

Le curve del foglio plastico evocano lo stile degli anni ’70 in cui la lampada da soffitto Model 172 fu immaginata da Poul Christiansen. Ma l’eleganza e la leggerezza visiva la rendono una luce attuale ed elegante, perfetta in un salotto così come in un contesto più informale.

È invece ispirata ai bouquet di fiori che Sinja Svarrer Damkjær osservava in un suo viaggio in Italia la lampada The Bouquet il cui paralume è in carta e caratterizzato da una fitta geometria di piegature.

Akari di Isamu Noguchi per Vitra

La collezione Akari di Isamu Noguchi è un autentico tributo alla tradizione giapponese della lavorazione della carta washi. È un ritorno all’essenza della luce e nell’immaginario del designer la carta assume il ruolo di stemperarne l’intensità e renderla diffusa e confortevole.

Hay Matin
Flos Gatto
Artemide Mendori
Le Klint Model 172
Hay Nelson Saucer Bubble
Hay Nelson Ball Bubble
Hay Nelson Pear Crisscross Bubble
Moooi Perch Light Branch
Le Klint The Bouquet
Vitra Akari Suspension

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