Oxymoron: la nuova collezione in ceramica di Patricia Urquiola per Editions Milano

30 Dicembre 2022

L’ossimoro è una figura retorica in cui si accostano due concetti contradditori per originare un senso ulteriore. È una delle massime espressioni del linguaggio e invita la mente a sperimentare con i significati affrontando narrazioni inattese e allenando le proprie capacità cognitive. Con l’ossimoro si va oltre ciò che è stato già detto, già espresso e accettato, si spingono più in avanti i confini della conoscenza e dell’immaginazione, attraverso il linguaggio verbale. Patricia Urquiola, con la collezione di vasi Oxymoron per Editions Milano impone la traslazione dell’ossimoro dal piano linguistico a quello manuale: la ceramica prende il posto della parola conservando il potere espressivo, ulteriore, dell’accostamento di due elementi di natura contraddittoria.

La collaborazione di Urquiola con Editions Milano ha già dato vita, in passato, a progetti che sollecitano lo stupore: dai cabinet Credenza e Miscredenza, alla collezione di tavolini e scaffalature Piani fino alla serie di vasi e vassoi in marmo Versi. Ciascun progetto è un tributo alla creatività ed è un’interpretazione nuova di antiche funzioni. Lo stesso si può dire di Oxymoron: il vaso assolve alla funzione di contenere uno o più fiori ma restituisce un effetto tattile e visivo del tutto inedito.

I vasi sono tutti prodotti a mano da sapienti artigiani coinvolti da Editions Milano, a loro Urquiola ha chiesto di “riprodurre gli effetti dell’azione dell’acqua e del vento sulla roccia, sulla terra, sulla vita”. Ed ecco perché, su ciascun vaso, proprio come su ciascuna anima, le parti lisce e uniformi si ritrovano a convivere con parti più ruvide, quasi pungenti. Questo “ossimoro materico” è dato dalla doppia lavorazione dello stesso materiale che in alcuni punti è trattato con smalto ceramico che conferisce la caratteristica lucidità e omogeneità al tatto, e in altri punti è inciso e intarsiato e quindi ruvido e consumato.

L’effetto finale è estremamente naturale, come del resto nelle intenzioni della designer. La superficie eterogenea dei vasi evoca proprio quella di una roccia, resa liscia dal vento e corrosa dal mare. Per ottenere questo risultato occorrono numerosi passaggi, la cui realizzazione a mano porta ciascun vaso ad essere un pezzo unico diverso dagli altri. Un progetto introspettivo, che invita a una riflessione sullo scorrere del tempo e sulla bellezza che i segni di questo passaggio lasciano sugli oggetti e sulla vita.

Un progetto d’autore che mostra il lato più riflessivo di Urquiola, anche nella scelta cromatica: tenui tonalità dell’azzurro, del rosa, del giallo e del verde. Anche nei colori la designer sembra voler citare la natura. Si tratta di tinte discrete, gentili ed eleganti come del resto è estremamente sofisticata la collezione in sé. Il colore, non a caso, è sempre un elemento caratterizzante dello stile di Urquiola e delle sue collezioni che sono sempre ad alta componente cromatica.

La ceramica, materiale “di terra” per eccellenza è protagonista qui di un processo prima creativo e poi artigianale. Attraverso ciascuna delle fasi della sua lavorazione, prende forma, si evolve e si consuma per poi assumere la sua configurazione definitiva in una veste tutta nuova. Una veste che, tuttavia, evoca proprio la terra da cui questo materiale ha origine e di cui è allo stesso tempo frammento e rappresentazione. L’eleganza, infine, avvolge tutta la collezione, rendendo ciascuno di questi vasi una componente ideale per un interno sofisticato e di spessore. Per sottolineare questo aspetto, Editions Milano ha scelto di affidare le immagini della collezione a un professionista particolarmente votato all’eleganza: Adriano Russo, fotografo di moda di grande prestigio.

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