Salone del mobile 2024: 20 anni di Ghost raccontati da Paola Navone

29 Aprile 2024

In occasione del Salone del Mobile, il flagship store milanese ha ospitato un’installazione colorata ed eclettica che riflette la proposta creativa della designer. Qui Ghost è stato presentato in una serie di versioni inedite che valgono da invito a personalizzare il proprio Ghost e immaginarlo in una veste diversa e coraggiosa. Per sentirlo proprio e regalargli altri, memorabili, vent’anni di successo.

Cosa significa per una collezione compiere vent’anni? 

Per una collezione compiere vent’anni significa che ha avuto molto successo. Questo divano è nato tantissimi anni fa con la caratteristica di non avere praticamente volume ma di essere una struttura vestita con un grande camicia, una grande T-shirt, ed è nato bianco con tutta una serie di cuscini, volumi e forme, in questo lino bianco bellissimo. Ed è entrato un po’ nelle case di tutti con l’idea che, come un camaleonte, cambia vestito, cambia personalità.

Ed è anche un modo per far sentire proprie le cose che si acquistano per cui compri un divano poi lo vesti con la maglietta all’uncinetto piuttosto che coi tuoi tessuti recuperati, con un meraviglioso cashmere blu e quello diventa il tuo divano. Forse il successo di questo divano è proprio stato quello di non avere un’identità imposta ma di essersi offerto un po’ come un’ospite per entrare nelle case di tutti ed entrarci in modo soft, non aggressivo.

Possiamo dire che il suo approccio ai progetti è sempre un po’ un gioco tra l’essenzialità e l’ecletticità?

Sì, perché è un po’ una ginnastica schizofrenica da un lato nel design lavoriamo per le aziende cercando di approfittare al massimo del loro savoir faire per aiutarli a produrre dei prodotti di successo, dall’altro però c’è la nostra natura eclettica che è fatta di antenne che vanno in giro per il mondo, fatta di umori, di buon umore e di malumore, di allegria, di amicizia, di casino per cui alla fine la funzione si incontra con tutto il resto e diventa collezione.

In questo esercizio di festa dei vent’anni abbiamo voluto, esagerando un po’, raccontare le possibilità che Ghost ancora oggi a dopo vent’anni ha di trasformarsi in qualcosa di unico, personale, personalizzabile: completamente diverso dal punto di partenza essendo i consumatori tanti. 

Vuol dire anche che oggi in generale siamo più liberi di esprimere il nostro stile o è un tentativo di far sì che lo diventiamo?

Ho sempre spinto tutti, ma con poco successo, a manomettere un po’ le cose, ma c’è una sorta di timore reverenziale che uno ha e allora può funzionare l’idea di comprarsi un divano basic e poi magari di cucirgli sopra una rana o di disegnare sopra qualcosa, macchiarlo, colorarlo metterlo in lavatrice con una tintura, ma la gente non è tanto ancora tranquilla, ha il timore di danneggiare.

Secondo me invece vale la pena dare nuove chance da un lato, ma anche, dall’altro di sentire le cose proprie. Ho sempre spinto per questa sorta di disturbare la perfezione, quando faccio i miei progetti d’interni lavoro largamente in questa direzione, faccio incontrare oggetti che arrivano da mondi diversi anche se non sempre i consumatori sono disposti ad accettare questo. Spero che questa festa dei vent’anni di Ghost dia altri vent’anni di vita a questo prodotto perché da oggi in avanti spero proprio che tutti se lo facciano a propria misura e può essere anche una strada per far restare più a lungo le cose in casa. 

Tornando al tema del savoir faire delle aziende, nel caso specifico di Gervasoni che scambio c’è stato tra la sua apertura mentale e il loro know how?

Nel caso di Gervasoni ho “manomesso” pesantemente ma sempre con un buon interlocutorio e con ottimi risultati: manomissioni di successo.

Guarda l’esclusiva intervista con Paola Navone sul nostro profilo Instagram

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