Stackable: sedie dal minimo ingombro e dal design sorprendente

29 Aprile 2022

Sono vincenti i progetti che riescono a conciliare praticità, estetica e comodità, tre aspetti oggi più vicini che mai. Agli arredi, infatti, si chiede una progettazione che massimizzi la funzionalità, l’adattabilità a modi di vivere ibridi e a spazi fluidi. Ma si pretende anche il massimo comfort senza rinunciare allo stile, sempre più definito da dettagli formali ricercati e mai banali. In questa visione si inseriscono le sedie impilabili di nuova generazione che dunque non solo danno la possibilità di essere racchiuse in uno spazio contenuto, ma quando usate devono essere comode e inserirsi con disinvoltura in un contesto curato nei dettagli.

Blueprint di Form&Refine

Progettazione organica e riduzione all’essenza sono i punti di partenza per questo progetto. Blueprint (in copertina) è una seduta archetipica, realizzata interamente in legno, i cui componenti sono ridotti al minimo. Ma progettati in base alle forme del corpo umano per garantire sostegno ed ergonomia, pur trattandosi di una seduta impilabile. L’estetica è quella scandinava, così come il connubio tra minimalismo e tocco familiare.

Leaf di Lievore Altherr Molina per Arper

All’inizio degli anni 2000 lo studio Lievore Altherr Molina disegna per Arper la collezione Leaf. L’ispirazione formale è la struttura capillare delle foglie che si legge molto chiaramente nella silhouette aggraziata della versione impilabile della seduta. Adatta all’esterno, si presta anche a completare un interno luminoso, anche grazie alla palette cromatica dai colori soft e rassicuranti.

Bell di Konstantin Grcic per Magis

Oltre a soddisfare i requisiti di praticità, bellezza e comfort, la seduta Bell, disegnata nel 2020 da Constantin Grcic per Magis, è anche sostenibile. Realizzata con un materiale adatto anche agli esterni e ricavato dagli scarti di produzione dell’azienda stessa e dell’industria dell’auto, può essere a sua volta riciclata al 100%. Le forme rotondeggianti accolgono e avvolgono il corpo e lo schienale è tutt’uno con i braccioli.

Delta di Jorge Pensi per Vondom

Un tratto grafico netto ed essenziale definisce, con una linea continua, gli elementi che compongono la seduta della collezione Delta, adatta sia all’interno che all’esterno. Si fa apprezzare, in particolare, la rotondità della parte bassa dello schienale in contrapposizione alla parte alta, decisamente squadrata. Un disegno che rivela una forte padronanza della forma architettonica.

Panton Chair di Verner Panton per Vitra

Ideata negli anni ’60, la sedia Panton è stato uno dei primi progetti di sedia impilabile dal design particolare. Proprio la curva che ne caratterizza l’aspetto è anche la chiave per poter riporre le sedie una sull’altra. Arredo dalla forte personalità, è proposta da Vitra in una gamma cromatica sempre più ampia e attuale: un invito a sperimentare abbinamenti nuovi e caratterizzanti.

Allez di Simon Legald per Normann Copenhagen

La consistenza visiva è contemporanea, ma le linee riportano immediatamente alle sedie da caffè ottocentesche. Questa seduta dal nome francese, si ispira infatti ai caffè parigini, un contesto architettonico e culturale che il designer ha voluto evocare. Con l’invito a riscoprire il valore dell’incontro, con eleganza.

Masters di Philippe Starck per Kartell

È il tributo di Philippe Starck e Eugeni Quitllet a tre maestri del design scandinavo e in particolare a tre sedute iconiche da loro disegnate. Sono la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel Chair di Charles Eames i cui profili sono riprodotti, sovrapposti, nello schienale di questa seduta impilabile. Questa sintesi perfetta dà origine a un nuovo classico, una nuova icona del nostro tempo che grazie alla sua leggerezza e all’ampia gamma di colori in cui è disponibile, risulta perfetta sia all’interno che all’esterno.

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