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Vai allo shop30 Maggio 2023
Con poco meno di un secolo sulle spalle è ancora iconico e versatile
“La foresta può fare a meno dell’uomo ma l’uomo non può fare a meno della foresta”: si racconta che questa frase fosse un motto del nonno di Alvar Aalto e che questo approccio rispettoso alla natura ne abbia influenzato la formazione umana e professionale. Ed è vero, del resto, che l’architetto finlandese, figlio di un rigoroso ingegnere e di una eclettica postina svedese, sia cresciuto coltivando la sua passione per l’ambiente e il rapporto fisico con i materiali da questo offerti. Parliamo in particolare del legno, il materiale per eccellenza dell’architettura e del design scandinavi, che ricorre naturalmente anche nella produzione di Aalto. Di questo materiale il designer apprezzava non solo le prestazioni tecniche ma anche quelle “emotive”. Lo stimolo visivo e tattile, il calore del legno erano in grando, secondo Aalto, di appagare le esigenze affettive e sensoriali delle persone. Esigenze che Aalto e sua moglie, l’architetto Aino Marsio, avevano imparato a considerare prioritarie soprattutto nel corso della progettazione degli interni e degli arredi per l’ospedale psichiatrico di Paimio. Il legno, dunque, è per Aalto bellezza e conforto, familiarità. E proprio questi tre tratti ritornano in uno dei suoi arredi più diffusi e iconici: Stool 60, disegnato nel 1933 e prodotto da Artek, che compie quest’anno 90 anni di produzioni continuativa.
Disarmante nella sua geniale semplicità, questo sgabello ha attraversato con disinvoltura epoche molto diverse tra loro, viaggiando attraverso gli stravolgimenti del ‘900 per approdare negli anni 2000 conservando e accrescendo la sua ragion d’essere e la sua funzionalità. Seduta, tavolino, piano d’appoggio, Stool 60 oggi è ancora più attuale di ieri perché asseconda l’esigenza di poter vivere gli spazi in modo diverso. Dall’angolo ufficio al living, dalla cucina alla zona notte, passando per il bagno, questo arredo piccolo ed elegante entra con discrezione nello spazio e si rende utile, indispensabile a rendere la vita più semplice e lo stile più definito.
Proprio in tema di stile, è interessante come negli anni Artek abbia saputo arricchire la collezione di varianti cromatiche nuove fino ad arrivare a interpretare ogni tipo di sfumatura estetica e rendere questo sgabello adatto a ogni interno. La struttura, immutata, si compone di tre gambe ricurve, ciascuna installata attraverso due viti al piano d’appoggio circolare. Da questo deriva un packaging e un’esperienza d’uso immediata e semplice che porta in primo piano l’intelligenza progettuale di Aalto.
Intelligenza che Artek ha deciso di celebrare, in questo novantesimo anniversario con tre edizioni speciali dello sgabello: Kontrasti, Loimu e Vili. La prima, in edizione numerata e firmata, mette in evidenza gli elementi costruttivi di Stool 60 attraverso l’uso di fogli di impiallacciatura di betulla termotrattati in diverse tonalità che sottolineano, in particolare, la curvatura del legno delle gambe dello sgabello, necessaria a conferire la caratteristica forma a “L”. Gli sfridi del legno usato per le gambe sono impiegati per la realizzazione della seduta, con l’intenzione di sottolineare la necessità di dare al processo produttivo una connotazione sostenibile.
Stool 60 Loimu, e Stool 60 Vili sono entrambi in uscita a settembre. Il primo è prodotto con una speciale e rara varietà di betulla caratterizzata da una superficie ondulata che richiede un trattamento a olio che l’acquirente stesso potrà fare. Il secondo, immaginato dallo studio Formafantasma pone al centro l’utilizzo del legno definito “wild”, in finlandese “Vili”: si tratta di legno che presenta macchie scure, nodosità, tracce lasciate dagli insetti e per questo di solito scartato. Formafantasma sceglie proprio questo legno e la sua capacità di “narrare la foresta” per realizzare una versione speciale dello sgabello che entrerà a far parte della produzione permanente di Artek.
A questi si aggiunge il progetto per Sleeping Beauty – disponibile solo in Giappone – frutto della collaborazione tra Artek e l’architetto giapponese Tsuyoshi Tane che ha voluto approfondire il tema dell’invecchiare con grazia. Ha sepolto per un certo periodo di tempo il legno grezzo di betulla in terreni giapponesi di diversa composizione, per poi osservarne gli effetti. Laddove il terreno era ricco di calcio il legno ha virato verso il giallo, mentre il terreno più vulcanico o ricco di alluminio ha conferito tonalità rispettivamente nere o bianche.
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