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Vai allo shop24 Maggio 2021
Coerenza formale, stile e colore caratterizzano le sedute più iconiche di Vitra
La storia di Vitra è una storia di scouting, di ricerca del talento e dei progetti più interessanti che si sono tradotti, sempre in pezzi unici. Ciascun arredo prodotto dall’azienda diventa un’icona e porta innovazione nella sua categoria. Vitra, infatti, centellina le nuove collezioni e piuttosto presenta pochi nuovi pezzi densi di carattere. Fa parte del suo DNA e di tutta la sua storia: sin dagli esordi l’azienda ha scelto il meglio, scovando puri talenti del design e dandogli voce. Rigore e funzionalità hanno sempre lasciato spazio anche all’ironia e alla sperimentazione formale, accompagnate da un altro elemento caratterizzante: l’uso del colore. Pur essendo un’azienda di spessore, Vitra non teme le palette vivaci che sa declinare con eleganza e gusto. Una delle categorie in cui l’azienda esprime al meglio questa sua inclinazione è quella delle sedute che ben rappresentano le dinamiche di fiducia e reciproca ispirazione tra Vitra e i progettisti di cui produce le creazioni.
La sperimentazione formale di Vitra ha una delle sue più celebri espressioni nella Panton chair (in copertina), la seduta sinuosa, quasi antropomorfa, disegnata da Verner Panton nel 1960 e messa in produzione dall’azienda nel 1967. È stata la prima sedia ad essere prodotta in un singolo pezzo di plastica: scultorea e comoda, sta bene sia da sola che in gruppo. La palette cromatica contempla colori vivaci che la rendono ancora più interessante e di carattere.
Charl e Ray Eames hanno speso molto tempo nella ricerca di una seduta accessibile ma anche perfetta dal punto di vista del comfort, che fosse costituita da un unico guscio. Dopo aver sperimentato diversi materiali tra cui il compensato e il foglio di alluminio, giunsero a una versione definitiva in resina sintetica rinforzata da fibra di vetro. La seduta fu messa in produzione nel 1950 e fu una innovazione dirompente sia dal punto di vista dei materiali che dal punto di vista del design. Oggi Vitra produce la Plastic Chair in una incredibile quantità di varianti che riguardano sia la base sia la seduta e i suoi colori. Un grande famiglia di elementi perfetti da combinare.
La Landi Chair è un esempio sorprendente di modernità: progettata nel 1938 è incredibilmente attuale sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista progettuale. È costituita da due componenti: la base formata da due elementi congiunti tra loro che fungono da piedi e da braccioli, e la seduta caratterizzata dai 91 buchi che rendono leggera la sedia (che è anche impilabile) e ne determinano anche l’aspetto estetico.
Organic Chair di Charles Eames & Eero Saarinen
È una sedia da lettura ma anche da pranzo oppure da conferenza: la sua versatilità è dovuta al comfort assicurato dal guscio imbottito e tappezzato dotato di braccioli. La cui forma sinuosa avvolge e asseconda le curve della schiena. I piedi in legno, obliqui, contribuiscono a determinarne l’aspetto e la stabilità.
Wire Chair di Charles e Ray Eames
La tecnica di saldatura utilizzata per realizzare la Wire Chair è la stessa impiegata per la realizzazione della base della Tour Eiffel. Disegnata nel 1950 è grintosa e raffinata allo stesso tempo e la sua versione verniciata a polvere può essere utilizzata anche all’aperto.
Chaise Tout Bois di Jean Poruvé
Tout Bois in francese significa “tutto legno” e questo nome è legato al periodo storico in cui la sedia è stata concepita. Era il 1941 e la seconda guerra mondiale aveva reso introvabile il metallo. Jean Prouvé, si trovò a dover sostituire questo materiale e puntò tutto sul legno dando vita a una seduta unica nel suo genere.