Intervista a Richard Hutten

10 Maggio 2021

Richard Hutten

Il designer olandese racconta la sua visione sulla sostenibilità, sul ruolo del design nella realizzazione di nuove strategie produttive e il potere della giocosità nel design.

Qual è (se esiste) il fil rouge che unisce tutte le tue creazioni?

La giocosità connette tutti i miei progetti. Sono concettuali e divertenti. A livello formale, uso molti cerchi e righe.

Puoi raccontarci qualcosa riguardo la storia della sedia S.E.C. Easy Chair della Limited Edition Collection per De Rosso e riguardo la tua esperienza di collaborazione con questo brand?

A metà degli anni Novanta del Novecento, quando ero ancora giovane e selvaggio, Ettore Sottsass mi chiese di disegnare una sedia con un laminato che aveva progettato. Solo una di queste sedie è stata realizzata, ed è finita nel museo Abet Laminati. L’anno scorso sono stato contattato da De Rosso, con la richiesta di produrre di nuovo quella sedia. Ho accettato di farlo, questa volta con il mio design per i modelli. Ho preso come punto di partenza alcune foto che ho fatto nel 2006, chiamate “Tokyo Decoded”. Il resto è storia. Così nasce S.E.C.: Sottsass Easy Chair.

La tua lampada Dandelion, realizzata per Moooi, trasmette un’energia esplosiva. Cosa ha ispirato la sua creazione?

Nei primi anni 2000, il mio caro amico Marcel Wanders mi ha chiesto se potessi progettare qualcosa per il marchio che aveva appena creato. Mi ha chiesto di realizzare qualcosa con il taglio laser, che a quel tempo era una nuova tecnica. Il risultato è Dandelion, che fonde natura e tecnologia, e regala un interessante gioco di luci e ombre, arricchendo così ogni spazio.

Qual è la tua idea in merito al futuro immediato del settore dell’arredamento?

Come tutti abbiamo potuto notare durante l’attuale crisi, la casa è diventata molto importante, mentre andare in ufficio è diventato meno rilevante. Così nell’industria del mobile si assisterà a un passaggio da mobili per ufficio più tecnici, a mobili domestici più accoglienti e caldi.

Qual è, secondo te, la sfida più importante che il design deve affrontare in questo momento?

L’attuale crisi da Coronavirus si inserisce in una crisi molto più durevole: la crisi ambientale. Il modo in cui produciamo e consumiamo deve cambiare. Abbiamo bisogno di meno prodotti, che siano migliori e più duraturi. Abbiamo bisogno di più prodotti locali, che siano più sostenibili. L’Europa è una piccolissima parte del pianeta. In Asia la popolazione è dieci volte maggiore che in Europa. Dobbiamo essere indipendenti e lavorare insieme. Il design gioca un ruolo importante nella creazione di un’economia circolare sostenibile.

Parlaci della tua missione personale: non realizzare nulla utilizzando la plastica.

Oggi la sostenibilità è la parola chiave nel design. Il pianeta è danneggiato da tutti i fossili che usiamo, non solo per il combustibile, ma anche per tutti i tipi di prodotti chimici come la plastica. Questi materiali sono la causa principale dell’inquinamento e del riscaldamento globale. Sono inoltre l’origine di numerose malattie, e uccidono milioni ogni anno. E’ necessario che ciò cambi. Abbiamo bisogno di un pianeta privo di veleno, e dobbiamo fermare il riscaldamento globale. Fermare l’uso della plastica, specialmente la plastica monouso, è un primo passo. La maggior parte dei materiali plastici finisce nell’oceano, e solo il 9% di tutta la plastica viene riciclata.

Parlaci del tuo piano per boicottare la plastica nel tuo lavoro.

E ‘molto difficile farlo, se non impossibile. Ma tutto inizia con l’ambizione. Ad esempio, tutta la vernice utilizzata sul metallo è plastica. La plastica è ovunque. Farò del mio meglio per promuovere l’uso di plastica riciclata, bio-plastica e cercherò quanto possibile di non usare plastica vergine.

Quanto è importante per te la longevità di un oggetto?

Molto, molto importante. Abbiamo bisogno di meno prodotti, ma che siano migliori. Una caratteristica che distingue è la longevità. Un prodotto dovrebbe essere realizzato in modo tale da durare a lungo, e dovrebbe anche essere progettato in modo da poter sopravvivere visivamente per un lungo periodo. Un prodotto non deve necessariamente essere atemporale, ma quando la sua essenza è la cultura e non una tendenza, può resistere nel tempo.

C’è un artista che dal quale ti senti particolarmente ispirato in questo momento?

Boyan Slat è un’ispirazione, ma ce ne sono troppi, da Gerrit Rietveld a Leonardo da Vinci, o Albert Einstein, o Eduard Muybridge, o… chiedo scusa, non riesco a fermarmi.

Qual è il tuo rapporto con i social media e come gestisci questa parte del tuo lavoro?

I social media sono un male necessario. Non sono la mia passione. Preferisco stabilire contatti reali.

Puoi darci un’anteprima di ciò a cui stai lavorando al momento?

Attualmente stiamo lavorando a circa 20 progetti. La maggior parte in Italia e in Olanda, ma abbiamo anche alcuni progetti in corso in Cina, India, Svezia e nel Regno Unito. Realizziamo principalmente prodotti per gli interni, che vanno dai tappeti alle lampade, ai mobili, e anche per gli interni di un ristorante. E sto lavorando come Art Director per quattro aziende tra cui tappeti CS e Gispen, tutte dai Paesi Bassi.

Moooi Dandelion
Scarlet Splendour Oasis
Qeeboo Pitagora
De Rosso S.E.C.

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